Nel caso ci si trovi a pensare l’acquisto di un immobile, molti si trovano a dover risolvere questo quesito: conviene comprarne uno di classe A? Di certo non mancano gli incentive fiscali e persino obblighi di legge volti a contribuire per la crescita di abitazioni ad alto rendimento energetico. A ben guardare, però, queste rappresentano ancora una nicchia. Questo è in larga parte dovuto al costo sensibilmente più alto rispetto a una casa di diversa classe, e non solo. Pesano anche molti quesiti su quanto tempo sarà necessario per ammortizzare il maggior costo iniziale, oppure quanto varrà successivamente l’immobile ecc. ecc.
Il Sole 24Ore cita che, secondo il rapporto congiunto i-Com-Enea-Fiaip, sul totale delle compravendite non più del 3-7% rientra nelle classi ad alta prestazione energetica A+, A e B. E non va meglio per gli alloggi ristrutturati, che spesso si fermano alla C, e solo l’11% di queste operazioni eleva l’immobile dalla B in su. Tracciare un prezzo medio, inoltre, è molto arduo. Secondo I-com quando si parla dei centri delle grandi città, gran parte del costo è dovuto più alla posizione che alla classe energetica. Per acquistare questo tipo di soluzioni, è raccomandabile spostarsi verso la periferia.
Secondo l’ufficio studi di Immobiliare.it, il prezzo medio delle case in Italia è di circa 2000 euro al metro quadrato, quando il costo medio per una casa in classe A è pari a 2.600 euro, una differenza di oltre il 30%, con punte del 60% per progetti di particolare pregio, come per gli immobili vicino al centro o quelli per Classe A+.
A questo punto uno si potrebbe chiedere perché, allora, investire nell’alta efficienza? La risposta è semplice secondo un conosciuto ingegnere dell’unità Efficienza energetica dell’Enea «A breve, chi sceglierà il nuovo immobile sarà obbligato a ricadere in queste classi per un mix di obblighi normativi». Almeno sulla carta infatti, dal 2021 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere a energia quasi-zero, stando al D.M. 26 giugno 2015, il cosiddetto “requisiti minimi”. In virtù del Dlgs 28 del 2011, almeno il 50% dei consumi dovranno essere coperti da fonti rinnovabili, già per tutte le licenze edilizie richieste dal 1° gennaio 2018 (doveva essere 2017, ma il termine è stato esteso con l’ultimo decreto Milleproroghe).
Questo ovviamente non vuol dire che, se ci sarà l’obbligo a costruire solo case di classe energetica A, non esisterà quello di acquistare immobili ad alta efficienza. E lo stock di immobili non efficienti energeticamente sarà sempre elevato e più a buon mercato. I-Com, uno dei giganti del settore immobiliare in Italia, ha pubblicato di recente uno studio secondo cui la soluzione migliore a breve e medio termine potrebbe essere quella di una ristrutturazione di tutte le case a basso rendimento energetico in abitazioni ad alte prestazioni.
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